14/08/07 Corriere Romagna

A scuola di piadina sotto l’ombrellone – I corsi della bagnina 84enne sono seguitissimi. «Per me è uno Spasso »

Adesso se la ride quando insegna ai turisti a fare la piadina. Li trova buffi col mattarello in mano. Specie gli uomini i più impacciati, «costretti dalle mogli» a seguire le sue lezioni ogni martedì pomeriggio. Dieci allievi per volta, non di più «per non ammattirsi», almeno duecento osservatori. «Uno spasso». Nonna Dorina, al secolo Dorilia Olivieri, ottantaquattro anni, per sessanta ha fatto la bagnina a Riccione, zona 97, vicino al portocanale. Rimasta vedova giovanissima del marito Adolfo, a cui è ancora dedicato lo stabilimento balneare, con tre figlie da crescere, ha conosciuto la miseria, “quella vera”. Durante il ventennio fascista, ma anche nel dopoguerra, la piadina era il “pane dei poveri”. «Diamine – ricorda -, il pane normale lo vedevamo una volta al mese, quando andava bene». La ricetta,quella tradizionale riccionese, che prevede la “piada” più sottile rispetto al resto della Romagna, gliela insegnò la madre, Maria, che era ancora ragazzina. Poi dovette imparare anche a cucinare il pesce; per la famiglia di Luca Cordero di Montezemolo, in vacanza a Riccione e il resto della nobiltà locale. “Anche mezzo quintale a sera, una faticaccia lavorare nelle ville”. Del resto, la gestione di un bagno, dopo la Seconda guerra mondiale, non garantiva certo stabilità economica. «Avevamo due, tre capanni e quattro pali a cui legavamo un telo», con l’Italia ancora ridotta in macerie e non è che la moda dei bagni di mare fosse troppo diffusa. Adesso il bagno lo ha lasciato in gestione alle figlie tutte femmine. E’ diventata “La spiaggia delle Donne”, anche se il caso ha poi voluto che i nipoti di nonna Dorina nascessero maschi, tutti e sette, tranne l’ultima pronipote. La spiaggia non la abbandona mai e come passatempo si è inventata il mestiere di maestra piadinara. Molte turiste, sapendola piuttosto esperta ai fornelli continuavano a domandarle come si preparasse la specialità romagnola più conosciuta in Italia e forse in Europa. Alcune dimostrazioni per gioco, poi qualche anno fa l’idea di istituire i corsi gratuiti come servizio aggiuntivo a lettino e ombrellone. Un successone Lei che quando serviva i Montezemolo si vergognava a mostrarsi ai «signori» per l’applauso di rito, ha conquistato servizi su Rai, Tg5 e i principali quotidiani nazionali. Una sorta di star che qui al bagno 97 viene quasi venerata dagli ospiti. Ieri pomeriggio il sindaco l’ha premiata per il servizio reso alla causa del turismo. Non è che abbia grandi segreti da svelare. «Per fare una buona piadina ci vuole lo strutto naturale e la farina di qualità. Più acqua e sale “a occhio”», che è più meno quello che sostengono le nonne dei riccionesi. Forse il vero segreto è il SUO sorriso solare e un po’ burbero che la rende subito simpatica a tutti. Tanto che si può permettere persino di canzonare i suoi allievi. <A due fiorentini ho detto che se fossero stati dei pizzi, specialità della loro zona, invece che Piadine, avrebbero avuto una forma perfetta», argomenta divertita. osservando che per la forma tonda una lezione non può certo bastare. Nonna Dorina dice la sua anche in fatto di farcitura, dall’alto della sua esperienza. Un paio di stagioni fa qui a Riccione si discusse a lungo, fino a farne un caso politico, se la piada potesse essere accostata alla Nutella. E se, in quel caso si sarebbe trattato o meno di ‘riformismo”. Bestialità balneari è l’opinione della maestra. Lei la piada la mangia con l’insalata e la cipolla. Ortodossa.

“Niente Nutella” Nonna Dorina è ortodossa: per lei la piadina va mangiata con insalata e cipolla, niente dolci

“Il pane dei poveri” Dorilia Olivieri come tante romagnole ha imparato la preparazione dalla madre Il pane scarseggiava.